Chi si trova in uno spazio chiuso – anche di comune utilizzo – come potrebbe essere l’ascensore, l’autobus, una piccola stanza, l’aereo, un convoglio della metropolitana (senza contare l’effetto stesso del tunnel), la macchina per la risonanza magnetica o la TAC, ha spesso difficoltà a gestire la sua paura.
I sintomi più tipici sono quelli di un attacco di panico vero e propio, con vampate di caldo, una sudorazione fredda abbondante, il polso è accellerato, si va in iperventilazione e si incomincioa a provare un senso si nausea, quasi di vertigini. Nei casi più gravi si possono avere anche dei tremori incontrollati dei muscoli del corpo. Chi soffre di claustrofobia non ha paura dello spazio in sè, ma ha il timore verso le possibili conseguenze negative che da esso possono derivare.